Montevecchio - Miniere di Montevecchio

Le miniere di Levante

Il cantiere di Sciria, le miniere di Piccalinna, il cantiere Mezzena con la Laveria Principe e la Miniera di Sant’Antonio [Concessione Montevecchio 1ª]

Cantiere di Sciria

Situato ai piedi della pianura del Campidano, alla periferia levante delle concessioni minerarie, il Cantiere di Sciria fu uno dei primi cantieri della miniera di Montevecchio; già nel 1876 divenne stazione capolinea della ferrovia privata che consentiva l’invio di autotreni carichi di minerali alla fonderia del vicino paese di San Gavino Monreale.
Oggi tra i progetti delle comunità locali c’è quello di ripristinare parte della ferrovia per condurre i turisti attraverso un percorso affascinante in visita alle miniere.

Piccalinna – Pozzo San Giovanni

Montevecchio, Pozzo San Giovanni - Piccalinna

Piccalinna – Pozzo San Giovanni

Poco più a ovest, appena nascosto dagli Impianti di trattamento di Levante del Cantiere di Mezzena sorge uno dei complessi minerari più affascinanti delle Miniere di Montevecchio. Si tratta del Cantiere di Piccalinna che fu sfruttato da tempi antichissimi e che comprende il Pozzo San Giovanni, a quota 232, profondo m 290, e separatamente gli edifici in stile liberty francese che tuttora ospitano ben conservati la sala dell’argano, la sala compressori altri macchinari che servivano la miniera. Gli edifici presentano tutti muratura in pietra faccia a vista, decori in laterizi e una certa ricercatezza architettonica.
Altri edifici, ormai in parte distrutti dall’incuria e dal tempo, si scorgono, immersi nella vegetazione. Si tratta delle abitazioni per operai scapoli: un complesso di sette edifici, realizzati intorno agli anni Quaranta del Novecento.

Cantiere Mezzena e Laveria Principe

Tra le Miniere di Sant’ Antonio e di Piccalinna, il Cantiere di Mezzena comprende il Pozzo Sartori a quota 279 e profondo m 307, e l’Impianto di trattamento di Levante. Il Pozzo, che entrò in funzione il 1 Giugno 1941, era suddiviso in 19 livelli e attrezzato con skips; la potenzialità estrattiva era di circa 130 t/h di minerale grezzo.
L’Impianto di trattamento assunse il nome di “Laveria Principe” in onore del Principe Tomaso di Savoia che in data 19 Marzo 1877 visitò la miniera di Montevecchio. Il minerale veniva rovesciato nei silos di testa e, in seguito a frantumazione, passava alla fase di concentrazione “a mezzo denso”, altrimenti detta macinazione, e infine all’impianto di flottazione, momento determinante in cui la blenda e la galena erano finalmente separate dallo sterile.

Pozzo Sartori

Montevecchio, Pozzo Sartori

Pozzo Sant’Antonio

Montevecchio, Pozzo Sant'Antonio

Miniera di Sant’Antonio, Concessione 1ª

È la prima miniera che si incontra lungo la strada che da Montevecchio degrada sul medio campidano. Fu sfruttata principalmente per la coltivazione di un filone secondario chiamato Sant’Antonio, la cui ganga aveva natura prevalentemente quarzosa. Notevole l’architettura a pianta quadrangolare del Pozzo, i capitelli delle colonne fittizie sono finemente lavorati, ai lati le bifore a sesto acuto si alternano a quelle a tutto sesto. L’insieme testimonia la prosperità dell’economia mineraria e rivela l’importanza del sito.
La canna del pozzo insisteva in profondità ad oltre 600 m, i 19 livelli erano posti ad una distanza variabile che oscillava fra i 15 e i 50 metri; presso il pozzo erano le officine ed una diga.
Una prima scelta del minerale estratto (cernita), veniva effettuata a mano dalle cernitrici, nel piazzale, all’aperto, di fronte all’imbocco della galleria S.Antonio. Il minerale “ricco” di prima scelta (galena pulita) veniva inviato direttamente in fonderia, le seconde e le terze scelte venivano inviate alla laveria.
Costruita nel 1853, la prima in Sardegna, la laveria denominata Rio trattava il materiale di seconda e terza scelta proveniente dalle gallerie Colombi, Santa Barbara e S. Antonio. Rimase in attività fino al 1899, anno in cui venne ampliata e potenziata la laveria principe Tomaso.

Montevecchio - Panoramica delle Miniere di Levante