Monte Arcuentu
L’articolato sistema vulcanico che si staglia monumentale a sud del Golfo di Oristano
L’articolato sistema vulcanico che si staglia monumentale a sud del Golfo di Oristano
Il monte Arcuentu non è distante dal borgo di Montevecchio; lo si raggiunge dalla strada che conduce alla Costa Verde dalla quale si staccano diverse mulattiere. Avvicinarsi è semplice, data la pendenza minima delle pareti circostanti il suo torrione; raggiungere la cima (metri 785 di altitudine s.l.m.) rappresenta invece un’impresa ardua ma regala l’emozione di camminare su un vulcano spento, fra enormi muraglioni di basalto, sui condotti originati dallo scorrere della lava.
Dalla sommità del monte è possibile godere di un panorama unico: la selvaggia Costa Verde con le maestose dune di Piscinas e Scivu e parte del Golfo di Oristano con la penisola del Sinis a ponente, la fertile pianura del Campidano, la Giara, il Monte Arci, fino ai monti del Gennargentu a levante.
Sulla sommità del monte è presente una fitta foresta di lecci, fresca anche nelle giornate più afose; sono presenti anche i resti di un vecchio castello medioevale.
Il complesso montuoso dell’Arcuentu copre un’area di circa 50 kmq compresa nei territori di Arbus, Gonnosfanadiga e Guspini. Si estende su una linea con direzione sud-est nord-ovest e comprende 11 rilievi che superano i 200 metri di altitudine. La punta più elevata del complesso raggiunge i 785 metri s.l.m.; altri due rilievi – monte Maiori e punta Pubusinu – superano i 700 metri.
Geologicamente si tratta di un complesso di rilievi relativamente giovani; la loro origine è da ricondurre alle prolungate attività vulcaniche – caratterizzate da lave sia acide sia basiche – che interessò la regione nell’era terziaria tra Oligocene e Miocene.
Le forme frastagliate del monte Arcuentu documentano la sua origine vulcanica. Le rocce sono composte da rioliti, riodaciti, ignimbriti e tufi generati dalle lave acide e da basalti generati da lave basiche. Esse si presentano sotto forma di brecce magmatiche originate da blocchi caduti in prossimità; ceneri, lapilli e sabbie cementate per l’agire dell’acqua piovana hanno generato tufi. La colorazione dei rilievi rocciosi è pertanto assai variabile: grigio, rosso-vinoso, bruno.
I rilievi del monte si ergono con forme appuntite e protese verso l’alto, determinate dai processi erosivi, e sono impostati su ripidi pendii. L’opera dell’acqua piovana ha scavato profonde incisioni su cui scorrono numerosi rigagnoli: i dirupi così originati terminano a valle con coni alluvionali.
L’azione del vento condiziona la vegetazione del Monte Arcuentu.
La parte più elevata della montagna è ricoperta da una fitta lecceta con gli alberi che hanno subito una forte inclinazione dovuta alla violenta azione del maestrale. Le prominenze rocciose presentano ai loro lati una fitta macchia mediterranea composta in prevalenza dal lentisco e dalla fillirea, talvolta inframmezzate da olivastri. Vi si trovano inoltre diverse specie di ginestra, con i fiori gialli che emergono nel verde, e le orchidee, eleganti e raffinate.
L’area del Monte Arcuentu è stata in passato frequentata dall’aquila del Bonelli, una specie di cui mancano però avvistamenti recenti e tracce di attività riproduttiva.
Gli ampi spazi aperti alle pendici del complesso montuoso sono popolati da specie come la pernice e la lepre sarda; gheppi e poiane si cibano di rettili di piccole dimensioni, presenti in misura massiccia. Nella macchia mediterranea trovano cibo e riparo specie come il cinghiale sardo, la volpe e la martora.
In tutta l’area dalla fascia pedemontana fino alla Costa Verde si possono ammirare splendidi esemplari di cervo sardo, specie che predilige la macchia mediterranea alta e la boscaglia.
Nel folto del bosco si possono trovare volatili come il pettirosso che si ciba generalmente a terra anche se non disdegna insetti in volo, le cince che prediligono spostarsi di ramo in ramo alla ricerca di semi e insetti e i fringuelli, talvolta riuniti in piccoli stormi che si cibano al suolo o fra gli steli d’erba alta (prerogativa dei maschi in amore è il tipico canto). Si possono ammirare inoltre specie come il picchio rosso maggiore e rapaci come gli sparvieri le cui ali corte e arrotondate e la lunga coda consentono loro un agile volo manovrato e consentono di distinguerli dai pur presenti gheppi, rapaci di piccole dimensioni con ali lunghe e appuntite. Di notevole importanza inoltre la nidificazione del falco pellegrino e di una coppia di aquila reale. Tra i rettili è da segnalare la presenza della lucertola di Bedriaga, endemismo sardo-corso, rinvenibile fra le rocce e specie inserita nella direttiva habitat.
La Via Crucis e il personale cammino di Fra Lorenzo hanno aggiunto al fascino del Monte un’aura inviolabile di sacralità
Fra Lorenzo, un frate francescano del convento di Fra Ignazio da Laconi di Cagliari, originario della vicina Sardara, per quasi trentanni ha trascorso un mese all’anno sul Monte Arcuentu. Nel suo cammino personale verso la “perfetta letizia” hanno recitato un ruolo importante le giornate trascorse da eremita in cima al monte.
La sua dimora è stata un’umile capanna, senza branda e senza tavolo. Una cappella semplice con un Cristo in rame poggiato su uno scarno altare è stato lo spazio per il suo raccoglimento interiore. Bibbia da meditare, salmi da recitare, digiuno, preghiera e ringraziamento a Dio circondato da una meravigliosa vegetazione, dalla storia e dalle leggende che circondano questo luogo magico.
Tra le rocce da osservare, il fruscio del vento sulle piante, il canto degli uccelli, i tramonti struggenti sul mare e un silenzio irreale: una solitudine rotta da quanti con devozione percorrevano la Via Crucis per andare a salutarlo e si fermavano a pregare con lui.
Fra Lorenzo da Sardara è deceduto nel pomeriggio del 16 dicembre 2016, poco prima delle 16, dopo una brevissima malattia e il ricovero in un ospedale di Cagliari, dal quale era stato dimesso solo pochi giorni prima. Ai suoi funerali, celebrati il 20 dicembre a Cagliari, nella Basilica di Bonaria, sulla sua bara poggiata per terra, sono stati apposti rami di arbusti del monte che lui amava, Monte Arcuentu.
Jesus n. 1 gennaio 1998 | Dio parla tra le rocce – Fra Lorenzo, l’eremita dell’Arcuentu
di Emanuele Melis
www.stpauls.it/jesus00/0198je/0198je36.htm