Tutte le informazioni per la visita di alcuni dei principali complessi della miniera di Montevecchio
Avvincente percorso nella miniera di Montevecchio
Dalle umili abitazioni degli operai, ai luoghi dove erano impegnati gli operai dell’esterno, con le esperte guide della Lugori sarà possibile effettuare un emozionante tour alla scoperta delle miniere di Levante a Montevecchio.
Miniere uniche, ricche di storia, immerse in un meraviglioso contesto naturalistico e a pochi km dalle bellissime spiagge della Costa Verde. Scoprirete un mondo antico ed affascinante rievocato in queste splendide miniere, inserite tra gli otto siti che fanno parte del Parco Geominerario della Sardegna.
Sarà possibile visitare, attraverso il suggestivo Percorso di Levante studiato dalla Lugori, i numerosi siti che testimoniano l’attività estrattiva svolta dal 1848 fino al 1991. Saranno resi disponibili, inoltre, vari tour naturalistici e storici alla scoperta del territorio circostante con partenza dalle miniere.
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DIREZIONE
Progettato ed edificato per volontà di Giovanni Antonio Sanna tra il 1870 e il 1877. Al suo interno è possibile rivivere i fasti della borghesia ottocentesca e poco sopra, nel sottotetto, le più modeste condizioni di vita della servitù. Imperdibile la visita alla Sala Blu che è sempre stato il pezzo forte del palazzo, come sala ricevimenti prima e come sala riunioni e di rappresentanza poi.
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SANT’ANTONIO
Le aree visitabili in superficie intorno al pozzo comprendono le sale argani e compressori, gli alloggi degli operai e l’ex deposito minerali.
La visita offre la possibilità di confrontarsi con le semplici condizioni di vita dei lavoratori della miniera. Nell’adiacente ex deposito minerali una descrizione del lavoro estrattivo, dalla roccia, sino al metallo pronto a essere forgiato.
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OFFICINE
Si snoda lungo le strutture che supportavano le attività estrattive nella manutenzione dei macchinari.
Gli edifici sorgono sul vecchio impianto della centrale elettrica.
Le officine, la fonderia, le forge, la sala modelli; all’interno di questi edifici gli operai erano in grado di aggiustare e ricostruire qualsiasi pezzo fosse necessario per l’attività della miniera.
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PICCALINNA
Nell’area intorno al Pozzo San Giovanni, si snoda nella struttura dello stesso e all’interno delle sale argano e compressori.
La macchina di estrazione che vi è conservata, con i suoi 120 cavalli vapore che permettevano l’estrazione di 20 metri cubi di materiale all’ora, rappresenta un esempio unico al mondo per l’archeologia mineraria.
La Palazzina della Direzione delle Miniere di Montevecchio fu progettata ed edificata per volere del proprietario della concessione mineraria Giovanni Antonio Sanna, tra il 1870 e il 1877. Sorge nell’abitato di Gennas Serapis (antico nome di Montevecchio), nello spiazzo chiamato “spianamento” per via dei lavori che furono condotti per la sua edificazione.
Adibita inizialmente ad ospitare gli uffici direttivi e l’abitazione della famiglia Sanna, fu destinata in seguito per intero all’attività amministrativa.
Costruito su pianta rettangolare con forme classicheggianti e neorinascimentali, l’edificio della palazzina si sviluppa su tre piani intorno a un chiostro centrale sul quale si affaccia su tre lati un porticato con volte a crociera decorate con motivi a grottesche.
Al suo interno è possibile rivivere i fasti della borghesia ottocentesca e nei locali del sottotetto le modeste condizioni di vita della servitù.
In particolare risulta imperdibile la visita alla Sala Blu, atta ad accogliere ospiti illustri per cerimonie ufficiali e fiore all’occhiello dell’edificio direzionale. Nella sala, che deve il suo nome al colore preponderante degli affreschi sulle pareti, vi si trova uno dei numerosi camini dell’appartamento, attorno al quale si sviluppa un notevole salotto con divani, poltrone e specchi con cornici dorate; un maestoso pianoforte arricchisce ulteriormente la sala.
Gli ambienti più modesti trovano spazio nel sottotetto: un’ampia cucina, una piccola sala da pranzo e le camerette corredate dell’essenziale erano gli spazi riservati alla servitù che nella palazzina lavorava e dimorava.
Sul retro dell’edificio si trova la piccola chiesa dedicata a Santa Barbara, patrona dei minatori, che fu fatta costruire nel 1880 dall’Ing. Castoldi, Direttore delle miniere.
Con il percorso di visita della Palazzina della Direzione delle Miniere si ha accesso anche alla Collezione Castoldi che si compone di strumenti di lavoro, oggetti da viaggio, fotografie, quadri e disegni appartenuti all’Ing. Alberto Castoldi, che lavorò come Direttore Generale delle Miniere di Montevecchio dal 1877 al 1904, dando inizio a una serie di lavori che diedero grande impulso all’attività estrattiva di Gennas.
Il percorso di visita si snoda lungo le aree adiacenti la caratteristica torre merlata del pozzo di estrazione, oltre alle sale argani e compressori, la visita agli alloggi degli operati e all’ex deposito minerali.
La miniera di Sant’Antonio faceva parte della I concessione mineraria rilasciata dal Re Carlo Alberto a Giovanni Antonio Sanna, nel 1848. Il pozzo Sant’Antonio, con la sua torre merlata in stile neogotico domina l’intero cantiere.
Gli scavi per l’estrazione dei minerali furono iniziati nel 1853 e portarono alla realizzazione di un totale di 16 livelli estrattivi, per una profondità che superava i 500 metri. L’argano a bobine, elettrificato nel 1919, consentiva il trasporto all’interno di gabbie elevatrici, di uomini e minerale dalla superficie fino alle gallerie di estrazione e viceversa.
Accanto al monumentale pozzo trovavano spazio diversi edifici di supporto all’attività estrattiva che ospitavano la vecchia forgia, la lampisteria, la centrale elettrica e la connessa officina e le due sale compressori. Il minerale estratto veniva trasportato tramite una linea ferroviaria interna sino alla Laveria Principe Tomaso, situata poco più a valle.
Nel 1988 l’attività estrattiva presso il Cantiere Sant’Antonio cessò inesorabilmente dopo oltre un secolo. A determinarne la cessazione furono l’esaurimento dei filoni migliori da cui conseguì il calo della qualità del minerale estratto e l’aumento dei costi di produzione che non riuscivano più a remunerare il capitale investito.
Lo stabile destinato agli alloggi degli operai era costituito da un lungo corridoio su cui si affacciavano tutte le unità abitative. Rappresenta un valido esempio delle condizioni di vita degli operai di miniera e delle loro famiglie. Arredi modesti e pochissimi utensili della quotidianità corredano le unità abitative composte da una cucina semplice con stoviglie essenziali, uno più letti in ferro battuto e poche altre suppellettili in grado di garantire una vita appena dignitosa alle famiglie degli operai. Il bagno in comune si trovava in fondo al corridoio.
L’ex deposito minerali, un tempo adibito a caserma e ad abitazione per gli impiegati si trova nel complesso denominato di Rio, che deve il suo nome alla prima laveria della miniera, costruita nel 1853. Presenta un percorso alla scoperta del lavoro nella miniera di Montevecchio: dalla roccia, al minerale puro, fino al metallo pronto ad essere forgiato; supportato dalle ricerche stratigrafiche e dalle descrizioni delle tecniche di estrazione, cernita e arricchimento. Una serie di pannelli esplicativi delle tematiche lavorative sono integrati da oggetti legati alla miniera.
Il complesso delle Officine delle Miniere di Montevecchio, ricomprende più propriamente le strutture di supporto alle attività estrattive: officine, fonderie, forge, sale modelli all’interno delle quali qualsiasi veniva riparato o ricostruito dagli abili operai della miniera.
L’edificio che ospita il centro accoglienza fu costruito sugli impianti della prima centrale elettrica, risalente al 1901. Nel piano terra si trovavano il laboratorio degli elettricisti mentre nel primo piano venivano conservati a partire dal 1938 modelli in legno per la riproduzione in fonderia di pezzi di ricambio dei macchinari e di altri oggetti metallici di utilizzo comune.
L’officina per la forgiatura e la tempera dei fioretti fu rimodernata e ampliata nel 1912; al suo interno gli operai si prodigavano per la costruzione e manutenzione di utensili metallici necessari per le attività minerarie, perpetuando nel tempo un’arte antica che da sempre ha caratterizzato questo territorio.
Nella fonderia, risalente al 1885 e rimodernata nel 1912, trovavano spazio gli impianti per la fusione di tutti i getti in ghisa e piombo degli elementi meccanici necessari alla manutenzione degli impianti di miniera e alla costruzione di nuovi macchinari.
L’officina meccanica sorse nel 1938 come edificio per la manutenzione degli automezzi; nel 1948 venne ampliata raggiungendo le dimensioni attuali. Al suo interno gli operai potevano disporre della più moderna strumentazione tecnica per lavori di piccola e grossa carpenteria e di una gru a ponte scorrevole per riparazioni e manutenzioni.
Il complesso minerario di Piccalinna si sviluppa nell’area intorno al Pozzo San Giovanni e all’interno delle sale argano e compressori. La macchina di estrazione che vi è conservata, con i suoi 120 cavalli vapore permetteva l’estrazione di 20 metri cubi di materiale all’ora. Date le condizioni di conservazione si ritiene che sarebbe in grado di funzionare ancora oggi, a quasi un secolo dalla sua costruzione.
Il Pozzo San Giovanni venne scavato, con una profondità di 100 metri, intorno al 1870 e in seguito approfondito fino a quota 400 metri. La società Montevecchio fece rivestire in muratura il castelletto in legno realizzato originariamente dalla prima società concessionaria, la Nouvelle Arborese, assumendo le fattezze attuali. Lungo la sezione del pozzo due gabbie con sistema di frenatura a basso rischio, assicuravano il trasporto sia del personale sia del minerale nei vari passaggi.
Adiacenti al pozzo, a fine Ottocento, furono realizzati altri due edifici: la sala forge in cui un fabbro aveva il compito di eseguire la manutenzione dei fioretti danneggiati utilizzati nei martelli perforatori e la lampisteria, locale in cui venivano conservate le lampade a carburo e le materie infiammabili e da cui i minatori prendevano una piccola medaglia di riconoscimento da portare in galleria.
La sala argano e la sala compressori furono realizzate verso la fine del 1800 in pietra basaltica a vista e vari elementi in laterizio. La sala argano ospita l’imponente macchina d’estrazione; inizialmente a vapore e in seguito elettrificata, serviva alla movimentazione delle gabbie.
Alla sala compressori si può accedere direttamente dalla sala argano: le macchine per la produzione d’aria compressa ivi installate consentivano l’eduzione delle acque dal sottosuolo e in seguito furono anche utilizzate per alimentare la laveria e per azionare perforatrici e altre macchine utilizzate nel sottosuolo o in superficie.
La laveria venne realizzata nel 1876 a ridosso della collina, nel piazzale retrostante le sale argano e compressori. Venne ampliata e rimodernata nel 1907 per favorire il potenziamento della vicina Laveria Principe Tomaso. In seguito funzionò anche come alloggio operai scapoli e deposito materiale da casermaggio. Infine venne utilizzata come scuola per i figli degli operai che risiedevano accanto alla miniera di Piccalinna.
La miniera di Piccalinna, scoperta nel 1874, copre una superficie di circa 370 ettari. Venne data in concessione alla società italo-francese Nouvelle Arborese che nel 1897, ritenendo esaurito il filone sul quale insisteva, la cedette alla Società Montevecchio che con una politica di riassetto generale del cantiere riuscì a rimetterla in piedi consentendo una ripresa a pieno regime delle attività estrattive.
Le coltivazioni nella miniera terminarono nel 1981 quando per un guasto alle pompe di eduzione delle acque dal sottosuolo, troppo costoso da riparare, si decise di porvi fine.
Tour Lugori – Miniera Montevecchio
GALLERIA ANGLOSARDA
Nella porzione di giacimento a levante del borgo di Montevecchio, una delle prime ad essere interessata da ricerche minerarie, fu la ben nota galleria “Anglosarda”. Il suo nome deriva da quello della compagnia “La Piemontese – Compagnia Reale Anglosarda”, alla quale la Società di Montevecchio appaltò lo scavo per accelerare i lavori e migliorare gli introiti. La perforazione della galleria iniziò nel 1852, verso l’estremità a levante del grande giacimento, sul filone S. Antonio (una delle diramazioni del filone principale), ma venne subito accelerata, perché sin dal principio vi furono incontrate concentrazioni eccezionali di galena. Per razionalizzare il trattamento del minerale prodotto, in prossimità dell’imbocco, nel 1867 fu costruito un impianto meccanizzato di trattamento del grezzo proveniente da questa galleria (ma poi anche da altre gallerie come Scala, Colombi, S. Barbara e S. Antonio). Nel 1871, l’ing. Asproni incentivò notevolmente i lavori di ricerca mineraria in tutta l’area, ma soprattutto nei livelli Anglosarda e S.Antonio. Questo dette ottimi risultati proprio in queste gallerie, tanto che nel 1872 fu intestato il pozzo S.Antonio. Nel 1874 il pozzo raggiunse la quota di -63 metri dalla quota del piazzale di partenza, portando sino a tale profondità i lavori di coltivazione. Il filone Sant’Antonio, per il cui sfruttamento la galleria Anglosarda è stata concepita, è considerato il più ricco e generoso, a parità di sviluppo longitudinale, di tutto il sistema filoniano Arburese, ed è stato seguito nel senso dell’altezza per circa 600 m, dagli affioramenti a quota +420 sin oltre il livello –180.
LUGORI – SARDINIA TOURISM SERVICES
PERCORSO MINIERE LEVANTE / ROUTE MINES OF THE EAST
Per via delle restrizioni COVID-19 / Due to COVID-19 restrictions …
VISITE GUIDATE / GUIDED TOURS: Disponibili / Available in ITA – ENG || FRA – DEU – ESP- PYU on advance request or based on daily availability
DURATA / DURATION: +/- 100 min percorso / each tour
ECCETTO / EXCEPT: PALAZZINA DIREZIONE e GALLERIA ANGLOSARDA
PREZZO / PRICE: ADULTI: € 12,00
RIDOTTO / REDUCED: Bambini 6 – 12 anni / Children 6 – 12 years old | Senior > 65 anni / Senior > 65 years old | Gruppi / Groups > 20 pax: € 8,00
FREE: Bambini 0 – 6 anni / Children 0-6 years old & Disabili / Disabled
Piazzale Rolandi, Montevecchio (Guspini), Sud Sardegna, Italy – Coordinate 39°33’26″N 8°34’59″E
Per informazioni e prenotazioni: M. (+39)3891643692 – (+39)3384592082 – T. (+39)070973173
info@minieradimontevecchio.it – www.minieradimontevecchio.it
Giorni di apertura consultabili sul sito web della Lugori / Opening Days available on the web site of Lugori – Sempre aperto su prenotazione / Open daily under request