Madonna d’Itria
Storia, fede e cultura nella venerazione di “Colei che guida il cammino” nel territorio di Arbus
La processione fino alla chiesetta campestre
I festeggiamenti per la Madonna d’Itria si svolgono in genere l’ultima domenica di maggio. Dopo la santa messa, la statua della Vergine viene prelevata dalla chiesa e deposta nel cocchio viene trasportata da un giogo di buoi fino alla chiesetta campestre, situata a pochi chilometri dal paese. La statua fa una prima sosta nella periferia bassa del paese in località Sa Perda de Nostra Sennora.
La tradizione
Il rito ha origini molto antiche e di conseguenza la tradizione è stata mutata col tempo. Anticamente la statua veniva portata a spalle dai membri della confraternita fino all’ uscita del paese e ivi adagiata su un masso conosciuto come Sa Perda de Nostra Sennora. In seguito una volta deposta nel cocchio partiva in direzione della chiesetta campestre. Per via degli inconvenienti che si crearono e per eliminare gli abusi un qualche parroco si adoperò con molta probabilità per modificare la tradizione. Pretese che il simulacro venisse direttamente collocato sul cocchio a partire dalla chiesa principale. Ci fu una sollevazione di popolo con la conseguente formazione di due fazioni: una si adoperò per il mantenimento della tradizione, l’altra per la modifica al fine di eliminare gli abusi.
Il 27 Marzo 1887, Monsignor Zunnui Casula in visita pastorale, sentite le richieste delle due fazioni stabilì che il simulacro della Vergine una volta adagiato nel cocchio si deponesse fuori da esso nella piazza San Lussorio a pochissimi metri dall’omonima chiesa parrocchiale (che non esiste più…), essendo un tempo il Santo Patrono del paese di Arbus San Lussorio.
Più di dieci anni dopo, il 26 Maggio 1898, Monsignor Palmerio Garau, in risposta ad una richiesta diede il suo consenso al recupero della tradizione di posare la statua sulla Perda de Nostra Sennora.
Col tempo però la consuetudine si è persa, il cocchio viene fermato per poco tempo nei pressi de Sa Perda, da qui riparte e percorre alcuni chilometri prima di imboccare una strada in sterrato. All’arrivo e prima della partenza del pomeriggio inoltrato il cocchio con il simulacro della Beata Vergine percorre tre giri intorno alla chiesetta.
La chiesetta campestre
Edificata intorno alla prima metà del 1600, la chiesetta della Beata Vergine d’Itria ha mantenuto fino ad oggi la sia originaria struttura con un loggiato e due stanze. Ha potuto essere conservata nel tempo grazie alle cure di una antica Confraternita, la quale possedeva immobili e bestiame che venivano ceduti in affitto. Dai registri amministrativi parrocchiali e della confraternita si apprende che la chiesa ha subito più volte lavori di restauro e manutenzione, segno tangibile dell’attenzione prestata per garantirne l’efficienza. L’organizzazione dei festeggiamenti curata fino al 2020 da un comitato religioso è stata nuovamente affidata alla Confraternita della Madonna d’Itria che ha visto la rinascita nel 2021.