L’ampio territorio del Comune di Arbus

Il paese di Arbus e la regione dell’Arburese

Il territorio

Il Comune di Arbus occupa una vasta porzione di territorio nella Sardegna sudoccidentale. Ha una forma pressoché triangolare con il centro abitato che si trova nei pressi dell’angolo composto dai due cateti a sud e la fascia costiera che si estende lungo l’ipotenusa e in parte del vertice alto a nord nella parte di territorio che chiude a sud il Golfo di Oristano.

Nell’immagine i Comuni che componevano la provincia del Medio Campidano nella Sardegna meridionale.
Immagine tratta dal sito della provincia.mediocampidano.it

Comuni della Provincia del Medio Campidano

Il Comune di Arbus

Attualmente il Comune di Arbus conta meno di 6.000 abitanti ed è inserito nella Provincia del Sud Sardegna. Il paese è conosciuto principalmente per le località marine della Costa Verde – la cui spiaggia principale di Piscinas comprende uno dei sistemi dunali più vasti d’Europa – e per le due frazioni di Ingurtosu e Montevecchio (quest’ultima in condivisione con il confinante Comune di Guspini) un tempo compendi minerari di grossa rilevanza, inseriti nel Parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna.

Il paese di Arbus è rinomato per la Pecora Nera di Arbus, una delle diciassette razze autoctone italiane, l’unica in Sardegna assieme alla più diffusa razza sarda, da cui si ricavano latte e altri derivati caseari inseriti nella lista dei P.A.T. Prodotti agroalimentari tradizionali dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Il paese è altresì rinomato per l’Arburesa, un tipico coltello a serramanico regionale, caratteristico per la sua foggia panciuta a foglia larga, considerato tra i migliori per scuoiare animali o come strumento utile per funzioni venatorie, in genere con il manico cesellato con raffigurazioni di fauna sarda.

Il territorio comunale, a ovest della pianura del Campidano

Il Comune di Arbus si estende per 26.716 ettari ed è il terzo per estensione della Sardegna, dopo Sassari (54.704 ettari) e Olbia (38.364 ettari).

Il territorio comunale comprende:

  • un gruppo di rilievi montuosi che si sviluppa su una lunghezza di circa 8 km, di origine vulcanica, che culmina con il Monte Arcuentu (784 m. s.l.m.), poco più a nord delle miniere di Montevecchio;
  • un sistema collinare che comprende i compendi minerari dismessi di MontevecchioIngurtosu e Gennamari, con ampie vallate che digradano lentamente verso il mare;
  • la fascia costiera che corre per circa 47 km di lunghezza da Capo Frasca, vertice nord occupato dal Poligono della NATO, fino a  Capo Pecora, vertice a sud, in cui sono comprese le località oggi riunite sotto il nome di Costa Verde, per via della cornice di macchia mediterranea che le cinge.

Il paese di Arbus si trova subito dopo il Passo Genna ‘e Frongia (m. 384 s.l.m.) lungo il tratto di SS126 che procede da Guspini; è protetto da una splendida cornice di monti sul versante nord e dalla pineta comunale di “Sa Conca ‘e s’Ollastu” a sud. La cima più alta del complesso montuoso che insiste a nord del paese è costituita da Punta S’Accorradroxiu (m. 726 s.l.m.). Il caratteristico promontorio roccioso a forma di castello, visibile dalla cittadina, prende il nome di Sa Rocca ‘e su Casteddu.

L’attività mineraria

Per il suo sviluppo, la sua regolarità, la sua potenza, la grandiosità dei suoi affioramenti, la grandezza delle masse metallifere che vi si trovano, il filone Montevecchio è certamente uno dei più grandiosi e dei più interessanti che si conoscano.

Quintino Sella

L’area dell’Arburese ha conosciuto un notevole sviluppo industriale grazie all’attività mineraria. Sfruttata già dai Fenici, sul finire del diciannovesimo secolo crebbe notevolmente diventando con le concessioni di Montevecchio e di Gennamari e Ingurtosu una delle più importanti aree industriali d’Europa.

Il filone di Montevecchio, sul quale sono situate le miniere di Montevecchio, Ingurtosu, Gennamari, noto per una lunghezza di più di dieci chilometri, è forse il più bel filone che esiste in Europa, e uno dei giacimenti di galena più notevoli.

Ing. Léon Goüin

Oggi sono presenti nel territorio tracce di un’attività mineraria durata secoli: pozzi, laverie, gallerie, dighe, ponti, materiali di scarto, vecchi vagoncini per il trasporto dei minerali, villaggi operai. Il duro lavoro e la sapienza dell’uomo hanno costruito di fianco ad una natura maestosa scenari di archeologia industriale di forme particolarissime e di valore culturale e storico inestimabile.

Con la chiusura delle miniere e la dismissione delle miniere di Montevecchio e Ingurtosu il paese di Arbus è stato soggetto a un forte e inarrestabile spopolamento. La perdita di popolazione residente con il conseguente abbandono di edifici e spazi, in misura principale nelle frazioni sviluppatesi con l’attività estrattiva, hanno consentito il formarsi di veri e propri villaggi fantasma. Dove un tempo sorgevano villaggi operai con luoghi di incontro, circoli ricreativi, negozi, cantine, oltre a pozzi di coltivazione e sale argano delle miniere, non sono rimasti che ruderi.

Le amministrazioni pubbliche che si sono succedute nel corso degli ultimi decenni non sono state in grado di prendere decisioni strategiche orientate al cambiamento.

Poche luci nelle poche case
quando si fa sera
La miniera, no, non lavora più
e la sabbia brucia il mare
E come è blu il tuo mare
E come è stanca la voce

Nomadi